Difesa delle colture da orto con la lotta biologica integrata

Cos’è la lotta integrata?

La lotta integrata è una pratica di difesa delle colture che prevede una drastica riduzione dell’uso di fitofarmaci mettendo in atto diversi accorgimenti.

Tra i principali, si ricordano:

  • l’uso di fitofarmaci poco o per niente tossici per l’uomo e per gli insetti utili;
  • la lotta agli insetti dannosi tramite la confusione sessuale (uso di diffusori di feromoni);
  • fitofarmaci selettivi (che eliminano solo alcuni insetti);
  • la previsione del verificarsi delle condizioni utili allo sviluppo dei parassiti, in modo da irrorare con fitofarmaci specifici solo in caso di effettivo pericolo di infezione e non ad intervalli fissi a scopo preventivo;
  • la lotta agli insetti dannosi tramite l’inserimento di altri che siano loro predatori naturali e che
    non siano dannosi alle coltivazioni I principi generali di difesa integrata

Per ottenere i massimi risultati nella lotta integrata è necessario seguire delle linee guida che agevolano
la produzione fin dalla prima fase mediante misure agronomiche fondamentali:

  • pulizia degli spazi ed ambienti da erbe infestanti per evitare la propagazione di malattie fungine
    o insetti nocivi;
  • scelta di varietà tolleranti o resistenti alle avversità;
  • disinfezione del luogo al termine della coltura rendendolo esente così da agenti patogeni;
  • la corretta fertilizzazione volta ad aumentare le caratteristiche fenologiche delle piante e la loro
    resistenza;
  • l’irrigazione, data con criterio, per evitare ristagni idrici e la conseguente formazione di agenti patogeni fungini o la creazione di un microambiente adatto alla popolazione di insetti nocivi
    nonché per evitare malattie per la coltura con ad esempio l’asfissia radicale;
  • realizzazione di infrastrutture adeguate.

L’importanza del monitoraggio ambientale

Al fine di ottenere un prodotto di alta qualità, nei processi di difesa integrata viene utilizzato il monitoraggio ambientale. Esso permette di valutare la presenza sulle colture di organismi dannosi ed è un’operazione fondamentale per accertare la comparsa e lo sviluppo di popolazione dei parassiti e dei loro nemici naturali.

Esso si svolge mediante il posizionamento di trappole nelle aree interessate ed il controllo visivo sulle catture giornaliere ci dà la valutazione sulla crescita delle popolazioni dannose. Le trappole sono basate su due elementi cardine: un sistema di richiamo e un sistema di cattura.

Il sistema di richiamo attira il parassita verso la trappola e può essere costituito da:

  • Trappole cromotropiche e luminose: sfruttano l’attrazione che colori come il giallo, l’azzurro, il bianco o il rosso esercitano sugli insetti. Sono costituite da fogli di materiale robusto e resistente,
    cosparsi di colla su cui gli insetti restano attaccati.
  • Trappole alimentari: basate sull’uso di esche zuccherine o proteiche. Sono molto più selettive rispetto a quelle cromotropiche
  • Trappole a feromoni sessuali: sono capannine che si appendono all’interno della serra e il foglio
    inferiore è cosparso di colla che cattura i maschi mantenendo intatto l’erogatore di feromone. I
    feromoni sono sostanze prodotte dalle ghiandole degli insetti femmina con la funzione di comunicare informazioni e segnalare la loro presenza agli individui maschili della stessa specie, rivestono quindi il ruolo di messaggeri chimici.

Il sistema di cattura dipende dal tipo di trappola e solitamente è formato da un foglio adesivo nel quale gli insetti rimangono attaccati.